Cos’è Taranto per te? Dillo con Taranto Social Film, il progetto cinematografico sulla città dei Due Mari
Nasce Taranto Social Film, il progetto cinematografico innovativo a Taranto. Ti racconto cos’è.
Sono tornata a Taranto solo qualche mese fa, dopo un espatrio durato più di 10 anni. Ho studiato “fuori” – come hanno fatto tanti miei conterranei – e dopo essermi ubriacata di parole, immagini, storie al di là dei confini “terroni”, ho deciso che la mia città aveva bisogno di me. Aveva bisogno delle parole, delle immagini e delle storie in cui mi sono imbattuta. E io avevo bisogno di lei, di ricostruire la sua identità.
Parte da questo obiettivo il progetto “Taranto Social Film”, un esperimento cinematografico che – attraverso gli sguardi di chi vive la città, di chi ha dovuto abbandonarla o di chi la vive per la prima volta, avverte il desiderio forte e impellente di raccontare il volto di una terra complessa, ferita eppure più viva che mai. Perché, intendiamoci, che Taranto abbia bisogno di un riscatto sociale, morale, civile è fuori dubbio; che la ricostruzione debba partire dal basso, dagli abitanti e da chi a questa città vuole o millanta di volerle bene, anche e soprattutto.
In cosa consiste “Taranto Social Film – sotto la polvere”, progetto promosso dalla neonata Associazione Culturale “Fuori Fuoco”? Fino al 15 aprile ciascun cittadino che voglia dire qualcosa su Taranto, dopo aver individuato una storia che vale la pena di essere raccontata, potrà realizzare il proprio video (con smartphone, tablet, videocamera in orizzontale) e inviarlo a tarantosocialfilm@gmail.com. I video completi saranno caricati (con la liberatoria) sul canale YouTube del progetto e i prodotti più interessanti saranno selezionati per essere inseriti all’interno del film finale.
“Il progetto è sicuramente ambizioso – commenta Valeria Pesare, direttrice artistica di Taranto Social Film e videomaker locale -, però ci siamo resi conto che è anche l’unico modo per far parlare i cittadini. Non si tratta soltanto di creare un video che sia bello e che restituisca credibilità ad una città così difficile come Taranto, ma anche di attivarsi concretamente e fermarsi ad osservare.”
“Il fine del progetto – aggiunge Valeria, originaria di Sava, anche lei ritornata in patria dopo aver studiato a Roma comunicazione sul web – è quello di dare voce all’umanità, agli uomini e alle donne che riescono a guardare al di là dell’Ilva e dei fumi, a tutti coloro che sono consapevoli che oltre le debolezze e l’inquinamento ambientale, Taranto ha delle potenzialità enormi.”
‘Taranto Social Film – sotto la polvere’, è ispirato agli esperimenti cinematografici di Ridley Scott con ‘Life in a Day’ e Gabriele Salvatores con ‘Italy in a Day’, film collettivi che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone; e vuole indagare la vita reale di una città attraverso gli sguardi di chi, in questa terra in mezzo ai due mari, sta costruendo un presente ed un futuro diverso, la voce di chi lotta e resiste, di chi crede nell’amore e nella bellezza di questo sud.
Visita il blog di Taranto Social Film – sotto la polvere >> tarantosocialfilm.wordpress.com
“terroni” identita”….be Taranto e il massimo esempio della colonizzazione del sud Italia avvenuta con l unità di italia appunto e vi spiego il perché:
ma a chi poteva venire in mente di mettere quel mostro accanto ad un altro mostro e poi un altro mostro ancora nella città più bella del mondo , guardate cosa è il lago di garda adesso sgido un tarantino che riesce a godersi il mar piccolo ,altri mille esempi si potrebbero fare lascio a vii immaginare.
colpa nostra certo chi sa come eravamo prima di essere coloni si ma infondo è colpa nostra come i mandingo del signor Smith abbiamo accetato la nostra condizione di schiavi anche se chi ci tiene cosi è un omino alto un metro e mezzo.
gli imprenditori di acciaio di taranto non possono comprare da Ilva perche quest ultima manda il prodotto a Ravenna , perché
e li che doveva nascere la zoppas l Indesit, atc la salerno reggio Calabria non si fa perché altrimenti il porto di gioia tauro decolla e quello di Genova muore la mafia non centra un bel nulla approposito ma con duemigliardi di euro sequestrati ai casalesi potevano radere al suolo casal di Principe e rifarla nuova chi sa quei soldi dove sono finiti non esiste un banca del sud non esiste una compagnia assicurativa del sud non esiste una rete televisiva del sud forse con i soldi del banco di Napoli che i piemontesi anno rubato oggi avremmo tutto questo visto che eravamo la terza nazione più ricca del mondo e a Taranto magari non avremmo mai avuto l ilva dato che il sud prima dell unita aveva una delle piu importanti acciaierie del mondo in tra i monti in Calabria . imbocca al lupo per il film prima di raccontare un popolo bisogna conoscere la sua vera storia altrimenti si corre il rischio di apparire ipocriti.