4 cose che il tarantino fa per Capodanno

Si avvicina Capodanno e come vuole la tradizione ci sono 4 cose che il tarantino fa per “battezzare” il 31 dicembre.

Il giorno di Capodanno Taranto assume le sembianze di una piccola Baghdad. Le strade si svuotano, ovunque regna il caos e gli anfratti delle periferie “raccolgono” i resti dell’anno che ci saluta.

Ci sono, però, 4 cose che il tarantino fa puntualmente ogni anno, una sorta di rituale a cui è difficile sfuggire.

1. Comprare le bombe dal mese di settembre

Chi si munisce di bombe e triccheballacche il giorno prima di Capodanno è un dilettante. Sì, perché il tarantino doc, quello che “se non sparo a Capodanno non sparo tutto l’anno”, l’armamentario lo compra a partire da settembre. Non importa che manchino ancora 3 mesi all’arrivo del nuovo anno, la preparazione è fondamentale! Da bravo soldato dei botti illegali, il tarantino sfodera le prime cartucce in piazze e vie trafficate alla luce delle imprecazioni dei passanti che – dopo essere rinsaviti dal micro infarto collettivo – augurano all’autore della guerriglia urbana che gli scoppi un petardo tra le mani.

Per non parlare di quei poveri cani che, in alcuni casi, ci lasciano letteralmente le zampe. Soprattutto allo scoccare della mezzanotte del 31, quando i balconi delle case si trasformano in postazioni di combattimento all’ultimo botto.

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2. Invadere l’Auchan per gli alcolici

Il giorno prima di Capodanno (per gli impavidi il giorno stesso), il centro commerciale Auchan assiste ad una invasione di giovani tarantini che ha del paranormale. Gli scaffali degli alcolici – soprattutto le etichette low cost – vengono presi d’assalto e non c’è fila che tenga per rinunciare alle bottiglie di Vodka e Rum per la sera del 31 dicembre, party alcolico assicurato!

3. Liberarsi del vecchio per fare posto al nuovo

“Via il vecchio, avanti il nuovo!” Un detto che, a Capodanno, va per la maggiore. C’è chi si libera metaforicamente di persone, quelle inutili ad esempio, chi fa posto alle novità lasciandosi alle spalle sconfitte e dispiaceri. Noi, a Taranto, ci liberiamo di lavatrici, divani, lavastoviglie e mobili, a mezzanotte, lanciandoli dal balcone. Sui cofani delle macchine, per strada. Bòn. Fine.

Il giorno successivo, la città vanta un inventario coi fiocchi. Oltre, chiaramente, ad un tappeto di carte, cartacce, petardi, cipolline e via discorrendo.

4. Prenotare la canonica villa

Il Capodanno, per il tarantino, fa rima con villa per la gioia dei proprietari di queste tenute estive, che propinano ai giovani erranti prezzi da capogiro: 500 cazzutissimi euro – riscaldamento escluso – per una sola sera. Un “sì” ed il gioco è fatto. Perché, “No villa no party”.

Ed è a questo punto che entrano in scena mamme e nonne che – schiavizzate dai figli o dai nipoti di turno – si ingegnano per preparare piatti tipici locali con i quali imbastire il banchetto della villa in questione. Roba leggera, senza troppe pretese: orecchiette al sugo, pasta al forno, focacce, polpette e parmigiana. Il tutto da innaffiare rigorosamente con gli alcolici che nel frattempo i giovani indefessi di cui sopra, avranno contribuito ad acquistare all’Auchan (vedi il punto n.2).

Personalmente, quest’anno, mi rintanerò in un ristorante a sorseggiare del buon vino con pochi amici e a chiacchierare di cos’è il Capodanno, dell’inizio dei buoni propositi e della fine dei cattivi. E, come ogni anno, il 31 dicembre sarà la nostalgia che assale, la speranza che quello a venire sia un anno migliore e l’esplosione di frasi e luoghi comuni.

Buon 2015!

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