E se Piazza Coperta a Taranto diventasse uno spazio per eventi?
Taranto è pregna di edifici abbandonati e malridotti. Ma anche di edifici che meriterebbero un serio progetto di restauro per essere restituiti ai cittadini. O per restituire alla città l’immagine di una rinascita. Ti porto alla scoperta della Piazza Coperta.
Abito da poco in via Anfiteatro e ogni volta che mi ritrovo a passare di fronte a quel grande parcheggio comunale che raccoglie, sì e no, qualche decina di macchine, mi chiedo come sarebbe se diventasse – che so – uno spazio per eventi.
Un’utopia? Può darsi. Perché, si sa, a Taranto si parla di riconversione mentale, economica, professionale eppure l’arte e la cultura vengono puntualmente sacrificate in nome del cemento e del rimpallo di responsabilità tra le istituzioni, queste sconosciute.
Il progetto di restauro di Piazza Coperta
Ti racconto una storia. Forse non tutti sanno che il Comune di Taranto, circa due anni fa, presentò un progetto di restauro e rifunzionalizzazione della Piazza Coperta, che versava in condizioni di abbandono.
Il progetto prevedeva la sistemazione di alcuni uffici comunali in un’ala al piano terra e in tutto il piano superiore. Nella corte, la piazza vera e propria, era previsto un parcheggio.
Già negli anni passati, tuttavia, erano stati fatti dei lavori preceduti da scavi archeologici che avevano messo in luce i resti cospicui dell’Anfiteatro romano al di sotto della pavimentazione (non a caso il toponimo “via Anfiteatro”.)
Non solo: pare che, all’epoca, si fosse pure formato un movimento di cittadini che spingeva l’Amministrazione a mettere in luce l’Anfiteatro visitabile anche con percorsi sotterranei. Stiamo parlando della giunta Di Bello, durante la quale – manco a dirlo – non se ne fece nulla.
Il progetto di Ippazio: un parcheggio asfaltato
Cosa succede con Ippazio e cosa prevede, invece, il suo progetto? Un gran bel parcheggio asfaltato sull’Anfiteatro. Progetto, questo, che implica comunque l’autorizzazione preventiva della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di LE, BR, TA.
La Soprintendenza fa, dunque, riprogettare il “mostro” recuperando l’immagine umbertina della piazza (archi scorniciati, cornici marcapiano, cornice di coronamento) ed autorizza – a condizione che non sia realizzato il parcheggio, tenuto conto che la piazza costituisce una componente architettonica ed urbanistica di straordinario interesse – che lo spazio venga destinato a funzioni di maggior pregio per la vita associata, in una città povera di aree circoscritte atte ad accogliere attività culturali e mercatali, ma anche di svago nel centro storico. Senza contare il valore archeologico del sito.
L’ineffabile Ippazio, però, pare sia a corto di inventiva, se non quella del parcheggio. Decide, così, di lanciare un concorso di idee per la Piazza Coperta, di cui non si saprà più nulla.
Inizialmente, il sindaco accoglie di buon grado la prescrizione di non realizzare il parcheggio, ma a quanto pare ha le idee confuse. Quando finalmente si concludono i lavori all’interno e all’esterno dell’edificio, concordati e seguiti dalla Soprintendenza passo dopo passo, un bel giorno ecco steso un bel manto d’asfalto nella piazza.
Oh Ippazio, Ippazio… perché l’hai fatto Ippazio
Ippazio inizia ad essere subissato da lettere in cui gli viene chiesto chi gli abbia mai autorizzato una tale operazione, rimembrandogli la prescrizione (contravvenire è roba da codice penale!). Il sindaco, però, risponde che purtroppo non ci sono più soldi per una diversa pavimentazione, e che quella era da intendersi provvisoria in attesa di nuovi finanziamenti. Mai e poi mai, dice l’Ippazio, sarebbe stato realizzato un parcheggio!
La Soprintendenza prende atto della faccenda e chiede la tempistica della provvisorietà, ribadendo – tra le altre cose – la ormai famosa prescrizione. Non riceverà mai risposta. Intanto il Natale è alle porte.
Nelle altre città pugliesi è tutto un rifiorire di iniziative legate alla festività. Tutte tranne Taranto. A Lecce, ad esempio, il centro storico si anima di bellissimi ed ordinati stand che vendono prodotti artigianali, fra mille luci. Nel grande chiostro dei Teatini, nei pressi del Duomo, il mercato dei presepi: una gioia per gli occhi e per il cuore, oltre che una riuscita iniziativa commerciale. La Piazza Coperta di Taranto potrebbe accogliere un’iniziativa simile, ma Natale è fra tre giorni, e Taranto non ha programmato un bel niente. Se non consentire alle auto di parcheggiare nella piazza coperta, dove ancora oggi echeggia il ridondante “non farò mai un parcheggio” di Stefàno.
Eppure, sembra che per il premuroso sindaco garantire la sosta sia ancora più importante che garantire uno spazio in cui la città possa riconoscervi una rinascita culturale. Il Niet!, però, è forte e chiaro.
Anche perché, “è una soluzione provvisoria fino al 28 febbraio”, giusto? Eh, no. Il collodiano Ippazio incomincia ad avere un naso sempre più lungo. Passa il 28 febbraio e la piazza è ancora un parcheggio.
Allora, forse, non sarà mica il caso di chiedersi se Taranto questo parcheggio lo merita? Se merita il torpore dei cittadini, la pigrizia di questa amministrazione troppe volta sorda e cieca alle possibilità ventilate da coloro che, invece, mirano a risollevare le sorti della città?
Quello che resta è uno stuolo di macchine immobili, di occhi serrati e braccia conserte. A dispetto di chi, invece, sogna che la Piazza Coperta diventi – vuoi per la sua posizione centrale, vuoi per la sua posizione strategica – un sito in cui la cultura, l’arte e la musica abbiano la meglio. A dispetto di chi sogna che, lì dentro, quelle mura possano essere animate da iniziative fresche, attraenti e con uno spessore ben superiore a quello dell’asfalto. Intanto, però, tutto tace. E rimaniamo sospesi su una nuvola di indifferenza.
E perché nn cominciare a pensare al prox Natale? La circoscrizione Borgo potrebbe riqualificare l’area con iniziative commerciali artigianali e proporre La Pettolata del mancato sito archeologico! Si finisce sempre a tarallucci e vino!!!
Se un caso come questo si fosse presentato in qualsiasi altra città si sarebbe data assoluta priorità alla valorizzazione dei resti archeologici, pur nel rispetto dell’edificio che li copre. A Taranto invece – ahimè – all’archeologia vera fatta di scavi e musei si preferisce l’esaltazione retorica del passato ed il kitsch di monumenti posticci. A buon intenditor…