Il Taranto è tornato in Lega Pro!

Sembra un miracolo, eppure è tutto vero. Il Taranto è tornato in Lega Pro. Perché noi C… crediamo!

Siamo stati ripescati grazie a non so quale miracoloso intrigo burocratico. Il che non è nobile, ma d’altronde noi non siamo mai stati allineati all’immaginario altolocato e fighetto. Siamo una squadra fangosa, noi, grezza, ci salva l’avere una tifoseria cazzuta e immensa che sbonna ogni anno qualche record d’affluenza.

Siamo stati ripescati. Siamo di nuovo nella vecchia C.

Penso istintivamente a quella volta che sfiorammo l’accesso alla finale playoff, nel 2011, a Roma. Eravamo al Flaminio. Atletico Roma – Taranto. Anno duro. Tessera del Tifoso obbligatoria, la Nord che si oppone in massa (tesserato pezzo di merda), trasferte vietate sostegno negato, Guazzo, Prosperi, quel 3-2 che ti fa ancora piangere a rivederlo… Dio, son passati cinque anni.

Salvatore, Cristian, Milillo, Alessandro, Loris, Federico, Francesco, Arnaldo, Mirko… i compari di curva, loro sì, a beccarsi la pioggia e a cantare e a sventolare la bandiera a scacchi rossoblù comprata poco prima dell’ingresso ai tornelli. Io ero al chiuso per motivi onorevoli, direi, ma è un’altra storia, interessante ma che non c’entra nulla con questo momento.

curva

Loro, i compari, o molti di loro almeno, sono rimasti a Taranto e si sono sparati un quadriennio in serie D che ve lo raccomando. Non so come la vedano, la faccenda ripescaggio. Di sicuro festeggeranno, ma per Statuto. Niente bordelli come col Rende, a ‘sto giro. Poi affileranno cinte e nocche per gli scontri coi poppiti giallorossi e con i siculi catanesi, gli eterni “in campo perdenti con la mafia vincenti”, come recita una scritta a Tramontone; infine si sentiranno sollevati perché c’è un po’ di chiarezza in società dopo anni di latrina di palude di ruggine.

Sta bene stappare una Raffo da treqquarti in onore di Iaco, sta bene per una volta fare casino ché doveva toccare a noi, prima o poi.

Però a sbornia conclusa non facciamoci fottere per l’ennesima volta.

Noi tarantini saremo cape di cazzo, lamentosi, vittimisti, indolenti, frammentari; ma non saremo mai cinici. Facciamo gli offesi e ci leghiamo certe infamate, sì. Ma sarà perché abituati alla polvere (rigorosamente rosso acciaio), appena ci fanno vedere un pelo che spunta dall’internocoscia liscio e abbronzato, ce ne andiamo sotto e ci innamoriamo arret’.

Perciò inondiamo piazza Ebalia che per troppo tempo è stata piena di juventini, interisti e milanisti; ma stiamoci attenti ad ogni ipotetica futura malaparata. Godiamoci il momento, cazzo, senza pensieri, sognando cori e scatti d’ira contro i catanzaresi o i reggini o i monopolitani (quanti nemici, ‘st’anno!), ma ricordiamoci CHI siamo.

festeggia il taranto

Quando andavo in curva, coi compari, il mio coro preferito era un classico “TARANTINI… TARANTINI… UEH, UEH!” e scusatemi se la riproduzione scritta è scandalosa, ma a pelle mi viene così. Ricordiamoci chi siamo, da dove veniamo e cosa abbiamo passato e ci fanno passare a trecentosessanta gradi, nella vita.

Ah, una cosa. I canonici detrattori che vogliono fare gli alternativi scrivendo sui social “invece di festeggiare il Taranto venite in piazza per le cose serie…!!!”, dico solo che chiunque se la faccia negli ambienti delle lotte tarantine, siano culturali antirazziste o ambientaliste, sa bene che una bella fetta di curva sposa e ama la città in ogni sua cazzo di sfaccettatura.

Quindi, signori, ci vediamo in piazza Ebalia.
“TARANTINI… TARANTINI…”

Photo credits: blog.futbologia.org (img in evidenza)

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