Cosa sono i Sannacchiudere tarantini e perché si chiamano così

Iniziate a leccarvi i baffi. Vi racconto cosa sono i Sannacchiudere tarantini e perché si chiamano così.

Immaginate le massaie di una volta con le mani impregnate di uova e farina. Immaginatele mentre, instancabilmente, fanno danzare le dita sulla tavola in legno per impastare i Sannacchiudere, i tipici dolcetti natalizi di Taranto.

Perché Sannacchiudere? Il nome letteralmente significa “Si devono chiudere”, tanto che la storia narra che le fornaie – dopo averli sfornati – nascondevano questi deliziosi dolcetti nella dispensa. In questo modo, arrivavano intatti sulle tavole il giorno di Natale impedendo a grandi e piccini golosi eventuali incursioni.

I Sannacchiudere tarantini

I Sannacchiudere tarantini

D’altronde, resistere a questi piccoli struffoli rivisitati – fritti nell’olio e affogati nel miele – è impossibile. I Sannacchiudere tarantini hanno un gusto delicato di cannella, sono croccanti esternamente ma morbidi all’interno e vengono serviti, spesso, cosparsi da zuccherini colorati.

Per completare l’opera, e deliziare ulteriormente il palato, vengono accompagnati da un vino dolce.

Se vi è venuta voglia di cimentarvi nella preparazione dei Sannacchiudere tarantini, riportiamo di seguito la ricetta – tratta dal blog di Giallo Zafferano.

Ingredienti per l’impasto:

500 gr di farina 00
100 gr di olio extra vergine d’oliva
un quarto di bustina di lievito per dolci
50 gr di zucchero
2 uova
vino bianco q.b. (circa un bicchiere)
la scorza grattugiata di un’arancia

Miele, circa 500gr, e anisette per decorare
olio per friggere

Per la preparazione vi rimandiamo, ancora una volta, al blog di Giallo Zafferano.

 

Photo credits: Chiara Baldassarri  (img in evidenza) – Wikipedia (img interna)

 

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