Le Mille e una “cozze”: 7 storie dialettali successe a Taranto

Chi non ha una storia divertente da raccontare? Chi non ricorda che Aladdin nell’omonimo classico Disney viene definito un diamante grezzo? Oggi mettiamo insieme le due cose e facciamo una collana di diamanti grezzi. Vi racconterò le Mille e una “cozze”, mirabolanti avventure dialettali.

1. Sull’autobus

Partiamo da un grande classico, il controllore sull’autobus. E’ leggendario il famoso scambio di battute:”Biglietti!”-“Ce se vinc?”, ma esiste un altro epico duello. Il controllore chiede i biglietti, il cozzaro di turno esibisce il documento di viaggio, il controllore lo guarda ed esclama: ”Ma questo è di ieri!”, fulminante la risposta: ”E tu mò ste ven!”. Non c’è modo di risanare le casse dell’AMAT.

Che dire invece delle conversazioni ascoltate sui bus? Mia sorella è incappata in un dialogo tra due vecchietti: ”Eh mio nipote no ste tant buen, tene ‘a MONONUCLEARE!” Pokerface immediata, ma fungo atomico di risate dentro.

2. Deviazione per Bari

Piccola deviazione per due bonus track made in Bari. Il collegamento ce lo offre l’AMTAB: ciclista taglia la strada ad un autobus, l’autista inchioda di colpo, abbassa il finestrino e gli luccula: ”Mam’t fasc’ l’ panzerott’!”. Per gentile concessione di un amico, vi racconto un altro capolavoro del capoluogo. Telefonata per strada:”Tu mi sa ca si proprj na troji.. Proprj cu la T grann.. A T d’ tabacchin!”

fb

3. Al ristorante

Torniamo a Taranto. Ero in un ristorante del centro per una cenetta romantica, sala gremita, di fronte a noi dall’altra parte della sala una simpatica coppia sulla sessantina. Il cameriere entra e chiede alla coppia: ”Tutto a posto?” e va via senza aspettare la risposta al che il signore esclama: ”Tutt’ a post’? N’ei purtat nint ancor!”

Restando nel campo enogastronomico mi è stato raccontato di una telefonata tra un noto ristoratore tarantino e il figlio, oggetto del contendere l’errore nell’ordine delle birre. Alla fine della telefonata: ”M’aviss fatt’ na pugnett’ a quidda ser’!”

4. Al cinema

Stavo guardando Le Crociate, con Orlando Bloom ed Eva Green: sullo schermo l’esercito crociato sta attraversando il deserto, un soldato cade da cavallo sfinito dal caldo e dalla sete, tre file dietro di me un omone di circa 120 kg esclama: ”Già a muert! Ancor adda sce fa a’ uerr’!”.

5. Al biliardino

Ero sulla litoranea con alcuni amici a giocare a calciobalilla, tavolo a sei aste, al biliardino vicino al nostro un gruppo di cozzari, squadre miste. Dopo un improvvido retropassaggio un ragazzo urla all’amica: ”’Nnanz’ l’a mettè!” e lei:”Ca ce so nu masc’l?”, 50 sfumature di biondo e partita interrotta causa rotolamento sul pavimento per le risate.

Arrivati a questo punto tocca ad un trittico di altissimo livello, una Top 3 della volgarità.

6. A Taranto Vecchia

Taranto Vecchia, zilata numero uno butta un lucculo alla zilata numero due al balcone: ”Oh! A venè a ballà staser’?” – “None, teng ‘a carn’ au sug’!”, garbatissimo eufemismo per dire che era indisposta.

Conoscente sta facendo jogging, si ferma a riposare su una panchina. Affianco a lui una zilata che senza tanti fronzoli gli dice:”Oh n’amma misc’à l’ pil?”.

A quanto pare a Talsano girava un mezzo vagabondo che quando vedeva una ragazza che gli piaceva si avvicinava e le diceva: ”Oh, nint?”. Chi come me è cresciuto con Friends non può non pensare al tormentone di Joey “How you doin’?”, quest’idolo di fatto ne è la versione tarantina. E’ incredibile quanta volgarità riesca a concentrare in due sole parole.

7. In albergo

Mio zio lavorava in uno degli storici ristoranti degli alberghi sul lungomare. Durante un pranzo di nozze, giunto il momento dei dessert chiede ad un bambino quale gusto di gelato volesse e il bambino gli risponde: ”Au ciucculat!”, la madre lo riprende, dandosi un tono: ”Non si dice “au ciucculat”, si dice al cioccolato”. Mio zio allora le chiede: ”E lei come lo prende?” – “Misc’at!”.

Votate la vostra storia preferita e se ne avete di vostre da raccontare fatelo nei commenti!

1 commento
  1. Nicola Carrieri
    Nicola Carrieri dice:

    Passeggiavo per le strade di Talsano quando sentii una conversazione finissima di un uomo con una donna, evidentemente infastidita a causa di alcuni pettegolezzi, a cui diceva: “Cert’ cristi’an so’ propri’ accom’ l’ fasul’ … pccè parl’n semb’ da ret….” . Stavo morendo dalle risate…

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.