Torna a Crispiano Desiati con La notte dell’innocenza: cos’è e perché non puoi perderlo?
Mario Desiati torna a Crispiano per parlare di Heysel, trent’anni dopo la tragedia con il suo nuovo libro “La notte dell’innocenza. Heysel 1985, memorie di una tragedia”.
Non sono un’appassionata di calcio. Ed è una premessa doverosa di fronte ad una notizia che anni fa ha fatto il giro del mondo, senza però incrociare la mia attenzione. Sto parlando del 29 maggio del 1985 – a mio favore va detto che manco ero nata quell’anno -, 39 persone, perlopiú tifosi della Juventus, furono uccisi allo Heysel Stadium di Bruxelles durante la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool FC.
Stasera, venerdì 10 luglio, si torna a parlare di quella tragedia alla libreria AmicoLibro di Crispiano con Mario Desiati – scrittore martinese e autore del libro “La notte dell’innocenza. Heysel 1985, memorie di una tragedia” – e il giornalista Vincenzo Parabita, che modererà l’incontro. E penso che sia, comunque, un’occasione da cogliere per trascorrere un venerdì diverso.
Ti spiego la trama del libro: Mario è un bambino di otto anni, felice perché il pomeriggio ha calzato per la prima volta nella sua vita un paio di scarpe da calcio con i tacchetti di ferro ed emozionato perché la sera la sua Juventus contenderà al Liverpool la Coppa dei Campioni nella finale in programma al vecchio stadio Heysel di Bruxelles.
Le strade si svuotano, tutto il paese si ferma per assistere alla partita e anche Mario rientra precipitosamente a casa ancora sporco di terra. Accende il televisore sulle ultime note della sigla dell’Eurovisione e non può sapere che all’Heysel si è appena consumata una delle più gravi tragedie della storia del calcio. Non è il solo. Quando la diretta comincia in pochi ne hanno la percezione – a cominciare dal telecronista Bruno Pizzul –, in pochissimi conoscono la verità.
Il bilancio finale sarà di trentanove morti e oltre seicento feriti, ma, sia pure in ritardo di un’ora e mezza e in una cornice spettrale, la partita verrà giocata ugualmente. Lo spettacolo non si ferma o meglio, come commentò Michel Platini diversi mesi più tardi, «quando cade l’acrobata, entrano i clown».
La notte dell’innocenza è una ricostruzione chirurgica della diretta che incollò al televisore milioni di italiani sgomenti, impauriti, disgustati; è la rievocazione della partita vista con gli occhi increduli di un bambino, è una riflessione sull’eredità dell’Heysel: cosa ci ha lasciato quella notte di trent’anni fa? Cos’ha lasciato agli appassionati di calcio, alla nostra cultura sportiva, al Paese tutto e al suo immaginario? Siamo cresciuti da allora o siamo rimasti lì, con il calcestruzzo insanguinato che si sgretola sotto i piedi, in uno stadio sempre più desolatamente vuoto?
Ecco, io a queste domande non saprei rispondere. Quella notte, non ero nemmeno tra gli spettatori o tra i tifosi. Non ero nemmeno tra quelli che avrebbero sognato di vedere dal vivo una partita della Juventus. Anzi, a dirla tutta, la squadra bianconera mi è sempre stata un po’ sul culo. Ma questa è un’altra storia. Però, Desiati mi ha incuriosita. Mi ha rapita la storia di Mario e l’intenzione di raccontare la tragedia di quel 29 maggio con gli occhi di un bambino. Che sono sempre i più sinceri, i più puliti. E solo per questo, vale la pena ritagliarsi un po’ di tempo per fare un salto a Crispiano stasera.
Libreria AmicoLibro – ore 19, via Regina Elena 86
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