Lo scrittore Cosimo Argentina è tornato con “Le tre resurrezioni di Sisifo Re”
Tutti in piedi, d’accordo? Tutti in piedi come quando entrava il preside in classe, o la prof arcigna di latino, e toccava sbattere le ginocchia contro il banco per mostrare deferenza&rispetto.
Tutti in piedi, dunque: Cosimo Argentina è tornato, ha pubblicato un nuovo libro, Le tre resurrezioni di Sisifo Re, edito da Meridiano Zero.
Ci sono tante cose che mi mandano a male di Taranto. Una di queste è che poca gente conosce Argentina. Se fossimo davvero una città culturalmente valida, per noi Argentina dovrebbe avere la valenza di un San Cataldo letterario. Perché è l’unico scrittore di narrativa italiana contemporanea che ti emoziona quando scrive. Il migliore. L’unico peso massimo che potrebbe contendere titoli all’estero.
Il punto è che siamo assuefatti alla merda che ci inocula Fabio Fazio nel suo Che tempo che fa, ai libri morfina dei vari Baricco, Gramellini… non abbiamo più un palato adeguato.
Vi dico solo una cosa, ed è che se uno ama leggere Bukowski, Hemingway, Philip Dick o altri vecchi gradassi, allora si troverà da Dio con Argentina. Assicurato.
IL ROMANZO
Il romanzo non è accessibile a tutti. Nel senso: fisicamente è arrivato a Taranto ma non s’è capito in quali librerie; ma c’è anche l’aspetto della trama da considerare. La trama è complessa. C’è un detective folle, un semidio, Sisifo appunto, che è narcolettico e perde spesso l’orientamento mentale. Ad accompagnarlo c’è Oscar Orano, Oh-Oh, un fottuto irlandese che vive ad Apuleia, questa immensa metropoli di 40 milioni di abitanti. Il duo dell’apocalisse deve salvare un uomo da un delitto che si compirà nel futuro. Poi c’è Wolfango, un folle elicotterista che vuole vendicare il torto di un altro uomo, un angelo di nome Dedalo… un angelo caduto che si autodistrugge facendo prostituire la sua compagna pur di pagarsi le dosi di eroina.
Già! Fantascienza!
In effetti, il romanzo è un noir fantascientifico. Siamo nel XXIII secolo. Apuleia, una sorta di Puglia agglomerata, era governata da un tiranno che è stato fatto a pezzi dai rivoltosi. I figli del tiranno, invece di coalizzarsi e riprendere il potere assieme, come tre teste di cazzo decidono di entrare in guerra intestina, perciò la megalopoli è una terra di nessuno. Mostri che squartano, mercenari, stregoni, tutta la feccia della terra si riversa su Apuleia. I potenti hanno il culo caldo, loro possono scappare su elicotteri futuribili e navicelle e andare a colonizzare nuovi pianeti. Sono i poveri cristi, sempre loro, che ci rimettono.
I piani narrativi sono svariati, perché OH-OH è un tossicodipendente da salto-spaziotemporale, cioè s’è fatto infilare dei trasmettitori nelle tempie per fuggire in un’altra dimensione parallela. Come fanno gli eroinomani, no? E in questa dimensione, lui è un sergente della buoncostume che indaga su dei casi di prostitute sventrate.
Chi c’è dietro l’omicidio nella dimensione con Apuleia anarchica? Chi è invece il Jack lo Squartatore che tormenta l’Oh-Oh della buoncostume in un’Apuleia corrotta ma organizzata civilmente? Ma soprattutto… cosa è reale? Cosa non lo è? Perché ogni tanto sbucano nuovi personaggi come Zoro, un professore di criminologia che vive asserragliato in un Istituto assieme a Roald, gobbo necrofilo (leggasi: si scopa i cadaveri)?
Compratelo e ne saprete di più.
Stilisticamente parlando, Argentina ha deciso di tirare via i fucili Remington per andare solo d’atomica. Incipit di capitolo come Il buio è una risposta che i demoni danno agli Dei sono da brivido. Come anche la scena di umanità tra mostri deformi. Già. In mezzo a trippe e sangue e sgozzati, c’è una scena molto… molto. Si parla di un circo dei freak, dei mostri. Ci sono tipo la donna cannone, il gatto omosessuale con le corde vocali umane e Antonio l’uomo cobra che discutono di esistenza bevendo scotch whsikey. Da lacrime amare quando il gatto, avendo la zampa felpata, non riesce ad afferrare la bottiglia di scotch. E perché, quando Ferd il pazzo viene impalato dai cosacchi? Eh… lui non faceva del male a nessuno!
Stop, sennò mi viene la paranoia.
LA MIA VALUTAZIONE COMPLESSIVA
Diciamo che se avete bisogno di un eccitante e non volete ricorrere alla colla da naso, allora leggetevi questo libro. Diciamo che Argentina se non lo conoscete che cazzo campate a fare, dunque rimediate e date un senso alla vostra vita che non sia l’amante, vostro figlio che giocherà nell’Atalanta o la vittoria assicurata al torneo di burraco.
Libro da 10, perché al di là della bravura dell’autore, della trama, delle citazioni che si ritrovano nel libro; al di là di quartieri che si chiamano Lit Salinas (Salinella!) o Negrita Mount (Montegranaro!); al di là delle creature occulte che ci troverete come stregoni dauniani e Stigiani; ecco, al di là di tutto questo c’è tanto amore. Amore perverso.
Ma sempre di amore si tratta.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!