Posti che a Taranto spaccano: il Mosquito Pub!
Il Mosquito Pub è come beccare una casa in muratura, col camino e il resto, nel mezzo della foresta nera mentre vampiri assassini licantropi e creature oscure t’inseguono per farti a pezzi e cibarsi della tua carne flaccida.
Certo, poi che dire, nella casa è capace che ci sta un tagliatore di teste Murumba centramericano, ma non divaghiamo.
Un pub nella notte tarantina…
Siamo alla perversa ricerca di una birra e non sappiamo dove cazzo andare. D’altronde ci troviamo nel quartiere Italia-Montegranaro, e bisogna dire che non è proprio un rione da movida. Taranto c’ha delle zone che sono pura violenza dark. Se non gotica quantomeno cyberpunk. Via Calabria, via Vaccarella, via Messapia, via Capecelatro, via Giusti… piazze oscure, palazzi rotti, divani bruciati, movimenti strani nei bassi… In mezzo ad una delle vie più inculate della città, via Vaccarella appunto, appare dal nulla the pure fucking gem, per dirla all’inglese, la gemma inusitata.
MOSQUITO PUB. Insegna illuminata di giallo pisciato, porta col battente in ferro e vetri colorati che intorbidiscono la vista dall’esterno. Spettacolo. Bangtidy!
Ci siamo.
Si entra e ci sono un po’ di avventori. I proprietari ci riservano un angolo e senza colpo ferire attacco frontale con la Dragoon, una rossa inglese pirotecnica che ti fa crollare in bocca centonovantasei sapori diversi. Spezie, fumo di Londra, sudore hooligan, luppolo, cornetti, fish and chips, i Clash… ti si rovinano sulla lingua e allora bisogna chiedere il bis.
Posso affermare che il locale è immerso nella luce azzurra, perché è permesso fumarci dentro. Ventagli, cappelli da pubber inglese, mattoncini ed edera che ricopre le pareti. Bancone in legno e dietro a servirti c’è un signore veneto con baffi da Antologia dell’Alabama, e ti chiedi come cazzo c’è incappato a Taranto, cinquemila cazz’d’birre tra spillatore e in bottiglia. Insomma, un Pub.
Ha uno stile indefinibile come tutti i locali destinati a lasciare un segno nella memoria storica dei posti in cui si trovano. Potrebbe essere una cerveceria di Tijuana, un covo di malavitosi della Chicago anni ’30 o più semplicemente un pub di quartiere a Belfast, tra un missile dell’Ira e una coltellata dei lealisti britannici. Non importa, non importa, perché è bellissimo.
Uno dei pub migliori d’Italia, a mio avviso, e ve lo dice uno che c’ha vissuto due anni in Inghilterra, imboscato a Londra e a Bristol. A Taranto vabbè non ci sono paragoni, sovrasta i restanti “pub”, solo l’Alhambra se la gioca bene ma non potrebbe scavalcare il Mosquito nemmeno ricapitalizzando per duecentomila euro e portando direttamente da Birmingham o Manchester un paio di baristi coi nasi corrotti dall’alcol e le mani luride, all’Inglese.
E sì, è godibile starsene qui coi gomiti incollati al tavolo di legno scuro, a bere la Dragoon e a stravaccarsi sulla panca e non pensare al fighettume tarantino né ai cani milanesi né al capo né alla figa… niente, smozzicare una parola ogni tot e tornare a leccare l’ultimo goccio dal fondo della pinta. Spezzate le catene, si va a ruota libera. Uno due tre… la quarta pinta di Dragoon però resta inchiavardata e allora non si può far altro che giocare al rialzo: decidiamo di deliziarci con un Jameson whsikey, che ristabilisce l’ordine gastrointestinale.
Ondeggiando ci alziamo, paghiamo, fuori fa freddo per essere nel mediterraneo sudista ma io è come se avessi le braci di Golconda nel culo e nel plesso solare.
Il Mosquito è un pub per veri bevitori, ma soprattutto è un pub per chi vuole conoscere la vita e deviare i confini mentali e spappolarsi di paranoie positive.
Il Mosquito Pub è un cazzoduro pub.
Nessun dubbio, a mio avviso.
MOSQUITO PUB
Via Vaccarella, 60 – Taranto
Photo credits: Marina Amoroso
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