5 insulti tarantini che non vorresti mai sentirti dire

L’ingegnosità nell’insulto è una prerogativa del tarantino. Non c’è scampo. I tarantini ti mandano in sovraccarico di iasteme, insulti ai morti, insinuazioni di meretricio ed esibizione sguaiata dei peggiori difetti fisici.

Importa poco che a gridarti in faccia “Cocchere allesse e cocchere vacande!” sia un avvocato con diciottomila ettari nell’agro martinese od uno scaricatore di carcasse a Portanapoli: dovrai rispondergli “facendolo ammerda”. A meno che l’interlocutore sia accavallato e allora la faccenda potrebbe risolversi a colpi di piombo e coltellate sui glutei.

Ci sono degli insulti sì geniali e spettacolari, ma anche talmente offensivi che, se invocati, potrebbero degenerare in una rissa a colpi di treqquarti di raffo e cinghiate sugli incisivi.

1. Quedda sbunnat’ d’mam’t cà s’rasck’ ‘mmizz quartier!

Sono proprio costretto a spiegarvelo? Sì? Maledizione.
Beh, chiunque ve la dica, ‘sta frase, potrete pugnalarlo più e più volte ad altezza fegato. Perché ha detto che vostra madre ama dilettarsi all’amore con mezzo quartiere.

2. Chine d’mmerd!

Abbastanza lapidario e intuibile, vero? SIETE PIENI DI MERDA, MALEDETTI BASTARDI! Siete infetti dentro, NELL’ANIMO! PERDIO!

3. ‘a ricchion’ d’sor’t!

Quaggiù il lesbismo si crede che sia una malattia. O un tatuaggio. O il nuovo fronte anarco-anti tutto. Perciò niente zoccole, puttane, scotennatrici linguali: RICCHION’! Perché lesbica pareva brutto.
Livello di cattiveria: 3/6. Si può fare di meglio.

4. Mocck’ a citammuert, stramuert e malmuert!

Evocazione primitiva degli antenati. Sbagliatissimo! Perché, come nello shintoismo, i tarantini adorano e omaggiano i propri avi defunti. Che in vita fossero pederasti, contrabbandieri, tagliagole o stupratori col vizio dello strangolamento, interessa relativamente: quando t’offendono i morti, la RUFOLA (eh sì, mi autocito il cognome) scatta automatica. E poi c’è l’aggravante di “mocck’”, intraducibile. Sarebbe IN BOCCA, ma… INGOIA? Lei ingoia, signorina?

5. Sì ‘nu figghie d’ciende ‘mmische!

Oh, manco l’autore del pezzo sapeva questa bordata di improperi. Ci è voluto il passaggio filtrante di Fabio Guarini per educarmi all’insulto. Beh, a livello visivo direi che “figghie d’ciende ‘mmische!” va paragonato con una gangbang. Anche bukakke. Avete presente il video su youporn “Really Public Bukakke”? No? Peccato. Vabbè, occhiatevelo. Quando l’avrete visto, capirete. Insomma… vostra madre sta in mezzo a cento mandinghi per cui siete i figli di un cumulo gocciolante di spermatozoi! Alè!

(L’autore non voleva ledere né corrodere l’orgoglio di alcun lettore. Andate in pace, fratelli!)

 

Photo credits: it.wikipedia.org/wiki/Gesto_del_dito_medio_alzato (img in evidenza)

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