L’identikit del cozzaro tarantino

Voglio tracciare un identikit del cozzaro tarantino: quell’animale sociale dai tratti inconfondibili e coloriti, per usare un eufemismo.

Il cozzaro tarantino è la sintesi inconfondibile fra pose plastiche in modalità selfie su Facebook e l’uso frequente di un abbigliamento e un linguaggio opinabili e di dubbio gusto.

Il cozzaro tarantino per strada

Il cozzaro tarantino per strada lo riconosci immediatamente: avanza oscillando, nemmeno fosse ubriaco o in preda a sostanze tossiche, con il tallone rigorosamente fuori l’infradito l’estate (non escluderei che lo faccia pure l’inverno) e – udite udite – sigaretta sull’orecchio.

Il cozzaro tarantino è un duro, uno di quelli che si ravanano i gioielli anche in pubblico, che non deve chiedere mai e che quando incrocia un amico lo saluta con un cenno della testa o con un secco “WE” mentre biascica il chewingum, meglio conosciuto come gomma da masticare o cicca. Le donne cozzare per strada, invece, berciano per richiamare il nipote ribelle e camminano come se avessero una mazza su per le chiappe mostrando mani e piedi pittati con smalti sgargianti e un trucco da fare invidia a Moira Orfei.

Il cozzaro tarantino in discoteca

In discoteca il cozzaro tarantino dà il meglio di sé: anello al mignolo e croce sul petto, tatuaggio di Padre Pio sul polpaccio (meglio se bene in vista) e camicia strizzata (che, tra parentesi, è sempre meglio del pantalone in acrilico traslucido al matrimonio del cugino di turno). Le cozzare, dal canto loro, non rinunciano ai leggins, nonostante i leggins rinuncerebbero a loro. E non possono fare a meno di indossare le scarpe Frankenstein style munite di zeppa di due metri, che dio ci aiuti, e la Louis Vuitton più finta del parrucchino di Sandro Mayer.

Il cozzaro tarantino sui mezzi di locomozione

In questo caso il confine tra l’uomo cozzaro e la donna cozzara è davvero labile. Il cozzaro o la cozzara tarantina in auto o sul motorino hanno pressoché gli stessi atteggiamenti: un braccio è fuori dal finestrino, rigorosamente con la sigaretta tra le dita, e l’altro si divide tra il volante e il clacson. A condire il viaggio ci pensa l’ espressione da ebeti incattiviti che stanno per lanciare il tipico bestemmione di chi non sopporta gente di fronte a sé quando guida.

Sul motorino è anche peggio: il casco è praticamente una chimera. Sul due ruote, poi, si va in 3; meglio se in 4, in realtà; almeno l’effetto sandwich è assicurato, nessuno rischia di rotolare e la famiglia è riunita. Il cane, di solito, si trasporta nel bauletto.

Se qualcuno si azzarda a fare incazzare il cozzaro o la cozzara tarantina, la risposta è un gentilissimo ed educatissimo: “Tant’ tu fazz”, accompagnando l’edificante espressione con le mani a coppa.

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