Taranto contro tutti: storie di campanilismi e rivalità al Sud

Ho tracciato la storia dei campanilismi, enumerando una serie di rivalità calcistiche e sociologiche tra Taranto, Bari, Foggia e Salerno. Ecco cosa è venuto fuori.

ATTENZIONE! PEZZO IPERBOLICO! LE OFFESE QUI PRESENTE SONO ESTREMIZZATE PER RIDERE E FAR CAPIRE LE DIFFERENZE TERRITORIALI. NON PER NIENTE LA PUGLIA ERA LE PUGLIE, UNA VOLTA. 

 Tutta l’Italia è macchiata di fratture intestine e rivalità tracciabili al chilometro. Ponti, chiese e strade trasudano faide tra etnie monozigote ma dal cuore e dal pensiero opposto. Pisa – Livorno, Catania – Palermo, Verona – Vicenza, Napoli – Roma… Guelfi e Ghibellini (scontato come un over 2.5 su Napoli-Lazio). Anche noi, anzi, SOPRATTUTTO NOI Tarantini siamo frammentari e incazzati e ostili verso gli agenti esogeni esterni che minano il nostro nucleo fatto di dolore, acciaio e tramonti arancioni. E certe volte non è il Calcio a causare campanilismi. E allora, enumeriamo queste cazzo di rivalità, calcistiche e sociologiche.

BARI

Beh, se non avessi iniziato da qui, avrei potuto anche andarmene affanculo e smetterla di scrivere puttanate come questa. TARANTO-BARI. Due galassie a confronto. Jonio-Adriatico. Accento duro-accento gommoso. Industria assoluta contro commercio internazionale. BA-TA la si percorre in un’ora e un cazzo e sotto quegli 80 km c’è un casino di repulsione reciproca.

Comunque, è impossibile storicizzare la scintilla che ha acceso l’esplosione di odio dei Taras verso i Galletti, ma si può dedurre che anni di politica Baricentrica, inquinamento, università succursali barzelletta, aeroporti negati, scontri politici (Bari DVX Taranto SOVIET) e di stadio hanno condotto a quello che è il simbolo dei campanilismi nel Sud Italia. I Baresi -schif!- veraci, cazzuti, sanno che il Derby è col Taranto e non coi paesani Leccessi.

birre

“Ti odio come odio i baresi” esemplifica bene che rapporto abbiamo coi levantini adriatici. A Taranto l’80 percento di scritte ultras o va contro la tessera del tifoso o contro la Bari (MERDA), alcune la buttano sul dualismo Raffo-Peroni, di fatto ci sono anni di pugni nei denti, sebbene ormai siano vent’anni e passa che né al S. Nicola né allo Iacovone s’accocchino Baresi e Tarantini.

FOGGIA

campanilismi al sud

Memorabile l’ultimo incontro allo Iacovone come si deve, con tifosi ospiti Non Tesserati e liberi di agire a proprio rischio e pericolo. Che derby, cazzo. Bombe, bombe, boati, una cofana d’acqua e con ciò tutto esaurito, la Grande Nord che sbraitava e ribolliva piena di torce fosforescenti, Toledo e De Florio in gol nel primo tempo, i foggianelli che se le suonano contro i celerini nel loro settore… manco 10 anni fa, ed è un’altra epoca di fatto. Inutile perderci la testa: è storia, ormai è storia. Ricordo i tentativi della Nord d’entrare nella Tribuna per caricare i Dauni che stavano devastando il devastabile, l’erba bagnata, i corpi sospinti contro una minuscola porta d’acciaio e vetro minacciando lo steward di farci entrare, che dovevamo massacrare i foggianelli.

E poi…

Una bandiera grassa e nera che viene portata in curva attraverso la gradinata in basso, come una testa appena mozzata, fresca fresca, trofeo indomito. Cucù, cucù, la bandiera non c’è più! Ahi ahi, Foggianelli disattenti e con le mani scivolose!

2-0 e a casa.

Coi Foggian’s c’è un cazzo da spartire, oh. Quelli son pecorari e parlano un dialetto appulocampano invischiato con neve e freddo e formaggio di capra.

SALERNO

Non c’è Bari senza Salerno! Anche qui è il pallone a scacchi pentagonali che dilania i rapporti tra due città. Qui si può procedere ad una genealogia del tafferuglio, riportando come data epitaffio il 5 Giugno 1983, campionato italiano di serie C. Il Taranto lottava per una promozione che ci negarono i bastardi di Salerno, complice l’arbitro Coppetelli da Tivoli che ci negò due rigori e teneva un atteggiamento provocatorio nei confronti dei tifosi tarantini. Un paragone? Il Moreno di Italia-Korea 2002. Ma non è il risultato che infrange i limiti, no.

Nel girone d’andata, infatti, i cavallucci Salernicani furono accolti con fervore dai nostri, tant’è che gli bruciarono alcuni striscioni (tra cui quello dei Panthers) e i granata si cicatrizzarono questa accoglienza nel cranio, non aspettando altro che il ritorno per farcela scontare tutta. Quel 5 giugno volevano farci un culo così.

Al centro Coppetelli

   Al centro Coppetelli

In pratica i Tarantini esondati in quel di Salerno presero la trasferta a mo’ di fuoco di paglia e pensavano di farsi la scampagnata ai trulli trullallero trullallà. Che dire? Prima della partita, i tarantini che pensavano di starsene tranquilli a bivaccare vennero minacciati non solo dagli ultras di Salerno, ma anche dalla popolazione non belligerante. Sanitari lanciati dai balconi, sputi, famiglie mandate all’ospedale, pistole estratte e puntate a caso, bestemmie… un delirio.

Anche noi, da buoni marinai d’acciaio, ne massacrammo un tot sotto la loro curva, forti della legge dei grandi numeri (ci fu un esodo totale per vedere quel Salernitana-Taranto), e derubammo anche un Club Ippocampo. Nel post-partita, non paghi d’averci impedito l’accesso in B, i salernitani stroppiarono gli ionici presenti in tribuna (la Taranto benestante) e ingaggiarono un inseguimento-catapulta a colpi di sampietrini mattoni sbarre di ferro che piovevano sulle teste degli ultras. I rossoblù incazzusi polverizzarono ogni auto, negozio e passante (tant’è che il sindaco di Salerno chiese due miliardi di lire in danni al comune di Taranto) e la sciarada continuò fino a Battipaglia, cioè, ‘sti salernicani inseguirono persino il treno.

Una guerriglia ad intensità adrenalinica!

ET ALTRI: CAVA DE’ TIRRENI, AVELLINO, LECCE, VERONA, CATANIA…

Alla fin fine è il calcio che deflagra e innesta il proiettile definitivo e così vale per le altre numerose rivalità che teniamo issate noi tarantini: coi Catanesi che ve lo dico a fare… Cavesi vecchie storie e vecchio calcio, i Lupi irpini idem, i veronesi, beh, sono la merda fatta e finita, Verona – Taranto è per noi la rivalsa contro il potere leghista e nazifascista, insomma. Chiedete ad un ultras serio (quindi non uno di quelli che si fa il selfie ma che canta e che apprezza il corpo a corpo) se preferirebbe avere tra le mani un barese o un veronese: la risposta vi sorprenderà. I Leccesi sono pòppiti e stop. Pfff! Per loro Taranto sarebbe Salentu.

“MA QUALI SALENTINI, NOI SIAMO TARANTINI! LECCE MERDA LECCE MERDA LECCE MER-DA!”

Dai, non fatevi venire la tachicardia, statevi buoni, su su, calmi, non capiteranno più i derby degli anni di fuoco ’80 e ’90, hanno ammazzato il calcio delle gradinate, quello sentito, sudato. Perciò togliamoci dalla testa ‘ste cose e pensiamo a fare il culo ai galletti biancorossi e ai pòppiti salentini con la cultura, con l’innovazione e coi coglioni quadrati. Campanilismo onesto!

 

Photo credits: fototifo (img Foggia) – tarantosupporters.it (per la parte storica su Salerno) – caminvattin.it (img birre)

 

1 commento
  1. Leccese
    Leccese dice:

    puzzi di gomma puzzi di pesce…. tarantino… quando diventerai, tifoso come noi… de lecce simu simu… a dunca sciamu sciamu… lu core bu purtamu… e lu culu bu scasciamu!!! 0 -1 zitto e suca… ahahahahaha

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